Ti tocca le corde dell’anima?
Siamo cresciuti con la storiella del fiore che sarebbe sbocciato, ma quando finiamo per sentirci un tuli-panico vorremmo solo pace e lentezza 🌷
«L'unico modo di fare un ottimo lavoro è amare quello che fai. Se non hai ancora trovato ciò che fa per te, continua a cercare, non fermarti. Come capita per le faccende di cuore, saprai di averlo trovato non appena ce l'avrai davanti.»
Steve Jobs
Steve Jobs raccontava di essere cresciuto a pane e inciampi, partendo da un garage e unendo i puntini consapevole dell’amore, della perdita e del pensiero della morte. Condensano bene l’eredità culturale dell’elogio del fallimento il suo discorso ai laureati di Stanford del 2005 (in stile FuckUp Nights) e un altro dello stesso anno, stavolta di David Foster Wallace agli studenti del Kenyon College:
«Ci sono due giovani pesci che nuotano uno vicino all’altro e incontrano un pesce più anziano che, nuotando in direzione opposta, fa loro un cenno di saluto e poi dice: ‘Buongiorno ragazzi, com’è l’acqua?’. I giovani pesci continuano a nuotare per un po’, e poi uno dei due guarda l’altro e gli chiede: ‘Ma cosa diavolo è l’acqua?’»
David Foster Wallace
Anche meno
Insuccessi, disfatte, inazioni e ritmi non naturali. Siamo stanchi di non capire come stare bene e qual è il nostro posto nel mondo. Ci sentiamo fuori posto sotto la stessa tempesta ma con imbarcazioni differenti. Sempre che ce ne rendiamo conto, verrebbe da dire, e con quali tempi riusciamo a cambiare. L’arte, la musica, i libri e i film ci ispirano a lasciare andare, ma poi veniamo risucchiati dalla solita centrifuga del lavoro e ci chiediamo: in fondo, cosa abbiamo da perdere ormai?
Basta il minimo: quite quitting
In pratica, tra pandemia e guerre stiamo mettendo in prospettiva le nostre priorità meglio di prima. Se siamo tra i più coraggiosi al lavoro rifiutiamo straordinari e impegno extra perché non ci sentiamo (più) abbastanza coinvolti. Lavoriamo nei tempi e nei modi indicati dal contratto, e poi via! Quanto basta per non perdere il posto, dedicando la vita a cosa ci aspetta fuori dall’ufficio: esperienze, famiglia, amici, calma, leggerezza e benessere. In compagnia o da soli, facciamo spazio allo Slow living! In pratica, la controtendenza anti stacanovista in risposta all’esaurimento da lavoro eccessivo (burnout e workaholism della hustle culture). E no, il nostro Chief Happiness Officer aziendale non sembra particolarmente efficace.
Perché ci lasciamo (ghosting)
Un leader sano contribuisce a una cultura d’impresa positiva. Eppure, molti manager non conciliano gli obiettivi aziendali col benessere individuale e collettivo delle persone. Senza interazione e coinvolgimento, infatti, ci limitiamo a svolgere il minimo indispensabile per cui siamo pagati, destinando altrove forze ed energie residue. Di solito il disimpegno si manifesta con:
partecipazione passiva;
aumento del carico di lavoro dei colleghi;
isolamento dagli altri membri del team.
Subire il distacco: quite firing
Capita anche di subire gli ostacoli della crescita professionale. In pratica il contrario dell’ ‘‘abbandono silenzioso’’ è il “licenziamento silenzioso”. Ecco come riconoscere questa condizione:
ci fanno sentire non desiderati, incoraggiandoci ad andarcene
comunicazioni occasionali o assenti, niente allineamenti in riunioni chiave ed email senza risposta
nessuna crescita professionale, come responsabilità in progetti strategici e promozioni
attività di routine da svolgere
emarginazione sociale
Non proviamo più emozioni?
Non vediamo l’ora di spegnere il pc, dopo aver resistito perché abbiamo un mutuo da pagare. Potremmo sembrare cinici ed apatici, ma forse siamo solo frustrati. Venute meno la fiducia e la complicità tra colleghi, possibilmente, stiamo fantasticando sul nostro primo video da creare su TikTok per esprimerci e impegnarci con passione. O sulla casa dei nonni da trasformare in B&B. Però, siamo timorosi. Ok la prudenza, ma noi vorremmo proprio la ‘‘sicurezza’’ che il salvagente funzioni, altrimenti sarebbe un abbaglio dedicarci appieno a ciò che ci piace (?). Insomma, così restiamo appesi tra un lavoro che ci spegne e un altro che non riesce ancora ad accenderci se sembra un’entrata alternativa di ‘‘sogni, non solide realtà’’.
Come stare bene
Sarebbe maturo:
ragionare per responsabilità e obiettivi, non per compitini da consegnare (tipici del micromanagement)
offrire prospettive di crescita gratificanti
mantenere un dialogo aperto, costruttivo e costante con feedback reciproci e socialità in gruppo
rafforzare la proposta di valore aziendale, soprattutto con coerenza tra dichiarato e agito
investire nella formazione per creare un clima di maggiore appartenenza e apprezzamento del progetto personale e professionale
Se quel posto non è più il tuo, prova a capire come crearti giornate più motivanti. All’inizio non sarà semplice lasciare qualcosa, ma se sceglierai di intraprendere un nuovo percorso preparati anche alla gioia! E chiedi aiuto se serve 💛
💔 Ricorda anche che l’autunno è un buon momento per mostrare la tua insoddisfazione, prima di perderti! Guarda il video!
In fondo, tra i Link utili ecco qualche suggerimento per giornate più consapevoli!
Ti aspetto qua
Dopo la pandemia anche il mondo del lavoro è cambiato, tra licenziamenti, dimissioni, smart working e ricerca di un equilibrio lavoro-vita privata.
Lunedì 27 novembre il palco di 21 House of Stories Navigli, nuovissima struttura che mescola hotel, co(z)working, bistrot, cocktail bar e eventi, ospiterà "Come capire cosa fare nella vita", una chiacchierata orizzontale tra esperti e pubblico, in cui cercheremo di capire quali sono le sfide di chi oggi si affaccia nel mercato del lavoro e di chi vuole reinventarsi. RISERVA UN POSTO
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🔵 30 novembre FuckUp Night a Milano! Iscriviti
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🔵 Letture esistenziali di umanità ed empatia: Costica Bradatan, L’elogio del fallimento: quattro lezioni di umiltà (2023); Massimo Recalcati, Elogio del fallimento. Conversazioni su anoressie e disagio della giovinezza (2022) e David Foster Wallace, Questa è l’acqua (2009).
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