Siamo ciò che sappiamo fare? _ FARO #9
Skills first approach: perché oltre i titoli ci sono le competenze
Stessa direzione da strade diverse
I grandi talenti sono ovunque, ma non le opportunità. Quanto perdiamo dal mismatch di competenze? Per ogni persona che svolge un lavoro in cui non si sente più felice ce n’è un’altra che non è stata presa al suo posto.
Calo della popolazione attiva, crescita demografica lenta, prepensionamenti e diminuzione dell’immigrazione sottolineano l’urgenza di ragionare per competenze.
✨ Competenze giuste = persone giuste nei ruoli giusti
In pratica, occorre scomporre i ruoli nelle capacità necessarie per svolgerli bene. Questo significa che possiamo imparare in modi diversi, anche senza laurea e lungo percorsi interrotti o incomparabili.
La selezione dei candidati sta cambiando: non più solo titoli o durata delle carriera, ma sempre più presente una scelta che punti alle competenze (skills) che abbiamo appreso durante il nostro percorso: ecco lo skills first approach.
Transizioni lavorative inclusive
Da un lato i cambiamenti demografici che causano un declino della forza lavorativa e dall’altro i progressi tecnologici che necessitano di un aumento di manodopera altamente qualificata. Eppure, molte persone faticano a distinguersi o non si sentono abbastanza per ruoli in cui potrebbero essere molto adatte.
Abbattere le barriere in un contesto economico globale di disuguaglianza significa:
contribuire all’espressione di un impatto positivo pluralistico;
assumere in modo più mirato, tendendo a un abbinamento equo tra talenti ad opportunità;
democratizzare l’effettiva capacità di cui siamo portatori.
L’approccio Skills first rafforza la diversità delle organizzazioni, dell’economia e quindi della società in generale. Ciò incoraggia soprattutto l’autostima e il potenziale di successo di donne, lavoratori più anziani e più giovani e lavoratori senza laurea.
Ad esempio, i lavoratori più anziani dovranno adattarsi a percorsi di carriera più fluidi e meno convenzionali. Per una rappresentanza di genere efficace, invece, servono competenze rilevanti che non si limitino al solo titolo di lavoro precedente - nonostante le donne abbiano solitamente un livello di qualificazione più alto.
Nel dettaglio, secondo il report di Linkedin:
Gli annunci di lavoro dovrebbero elencare chiaramente le competenze nella descrizione, poiché le donne sono più propense a candidarsi se vedono una corrispondenza tra le loro competenze e quelle dell'annuncio di lavoro.
Il talento è in movimento
Ridisegnare i processi di attrazione e mantenimento dei talenti richiede alle aziende un approccio pragmatico. Secondo il World Economic Forum e PwC, la costante progressione verso un mercato del lavoro basato sulle competenze è stata innescata dalla pandemia e dalla trasformazione digitale.
Per essere competitivi in ciascun settore, nell’era del lavoro ibrido, ok la dimestichezza tecnologica ma conta soprattutto l’agilità interpersonale. Cosa sappiamo dimostrare vale più di quanto i titoli certificano – che, spesso, ci protegge o ci imbarazza, ma non può rappresentarci appieno.
🥁 L’allineamento alle competenze pertinenti al ruolo facilita anche un maggior riconoscimento retributivo!
I lavori cambiano anche se non cambiamo lavoro
Quando non conta dove sei nato, che scuola hai frequentato e chi conosci, finisci in un bacino di talenti più ampio con condizioni di concorrenza più uniformi.
Le aspettative dei professionisti sono cambiate, perché opportunità di apprendimento e crescita catalizzano una cultura del lavoro sana. Questo significa che le competenze incidono anche sulla fidelizzazione. Ecco perché aumentano gli investimenti aziendali per l’apprendimento e lo sviluppo (Learning and Development, L&D) e le iniziative di benessere, sinonimo di flessibilità per un equilibrio vita-lavoro più conciliante.
Ciaone pezzo di carta: pensati per competenze
Il ‘’pezzo di carta’’ non basta più neanche nella pubblica amministrazione, perché le credenziali tradizionali non rappresentano le competenze trasversali.
Nel concreto, una strategia all’assunzione o mobilità interna basata su competenze e abilità trasparenti piuttosto che sul CV gonfiato (di cui andavamo fieri) ci porta a un esame di coscienza.
Quali percorsi di apprendimento formano per le competenze richieste oggi e preparano attitudinalmente anche per quelle in evoluzione?
Gli abilitatori alternativi alle qualifiche includono percorsi di: volontariato, associazionismo, rappresentanza a movimenti culturali, servizio militare, servizio civile e bootcamp.
Quando Linkedin ha iniziato a evidenziare alle persone in cerca di lavoro la corrispondenza tra le loro competenze e gli annunci di lavoro, le persone che si sono candidate a posti di lavoro che corrispondevano alle loro competenze hanno avuto più successo nell'ottenere un lavoro con un minor numero di candidature.
Ecco che un approccio incentrato sulle competenze amplia il pool di candidati (in media di dieci volte) per includere: gruppi storicamente sottorappresentati, trascurati, non in cerca di lavoro o male indicizzati dagli algoritmi e dai software di cernita. Ottimi, quindi, anche per le aziende i vantaggi di una forza lavoro impegnata e a lungo termine con competenze applicabili.
Ora tocca a te: impara a pensarti per competenze e non vedrai più così vuoto il tuo curriculum.
Tra i Link utili ecco qualche suggerimento per saper essere e saper fare!
Solo link utili!
Come ogni mese, ecco la lista dei link che ti saranno di sicuro utili 👇
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27 ottobre, Firenze 18 :30, presso l’Institut français Florence
6 novembre, Roma 14.30 e 18 :00, presso l’Institut français Centre Saint-Louis
8 novembre, Napoli 18 :30, presso l’Institut français Naples
9 novembre, Bari 16 :30, presso l’Alliance française Bari
Per informazioni https://journeesquebec.gouv.qc.ca/france.html
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