Ma perché non riesco a trovare lavoro? FARO #26
"Non tengo più il conto delle candidature che ho inviato."
Immagine ottenuta con Adobe Firefly
Questo è ciò che dicevo alle persone intorno a me nell’ultimo periodo.
Sono Ana e negli ultimi quattro mesi mi sono trovata senza lavoro, punto a capo a ricominciare con le ricerche.
Il mio impegno era notevole e costante ma non era seguito da nessun risultato favorevole.
“Ma cosa non va in me? Mi sto candidando per le aziende sbagliate? Il CV non è fatto bene? Devo cambiare qualcosa su Linkedin?”
Le domande che mi passavano per la testa erano infinite e la frustrazione aumentava di giorno in giorno, da un rifiuto all’altro, da una delusione all’altra.
4 i mesi di ricerca di un nuovo lavoro
500 i cv inviati
10 processi di selezione
499 feedback negativi
Avete presente cosa significa, cercare un lavoro e sentirsi dire 499 volte “Ci dispiace comunicarle che per questa volta abbiamo scelto un’altra persona..”
Ma perché è così difficile farsi notare?
Ho iniziato a lavorare nelle Risorse Umane 6 anni fa e ho avuto un percorso di carriera in continua crescita.
Dopo i primi stage - durante l’Università- ho iniziato la gavetta vera e propria con i primi contratti da Junior, sono passata a lavorare nelle start-up e ho avuto modo di contribuire nella nascita e crescita di un’azienda.
Sono diventata in 6 anni Manager delle Risorse Umane, grazie ad un grande impegno fatto di studio e lavoro serio e appassionato.
Tutto ciò non per dire quanto sono figa ma per dimostrare che in alcuni casi, non importa quanto tu valga se non è ancora arrivata la giusta occasione.
Le basi le conosciamo tutti..?
“Trovare un lavoro è un lavoro.”
Lo dico da sempre. Bisogna prepararsi su diversi fronti. Non si può pensare di essere assunti dall’oggi al domani senza una “personal brand reputation” e senza conoscere il mercato e le aziende.
Partiamo da cosa NON può mancare per iniziare a cercare un nuovo lavoro.
CV: il curriculum vitae è il nostro personale biglietto da visita. Se non ci rappresenta al meglio evitiamo proprio di candidarci e fare brutte figure! Ormai esistono tantissimi tutorial e siti che aiutano a costruire il CV giusto e se non vi bastano contattate direttamente me, sarò lieta di aiutarvi,
LinkedIn: è, in parte, la versione digitale del CV e per certi versi ancora più importante perché se il CV lo inviamo a chi ci pare, LinkedIn è accessibile a TUTTI. Ricordatevi di aggiornarlo sempre e di renderlo autentico e professionale attraverso post e commenti. Utilizzarlo per scrivere a HR o Hiring Manager può darci una possibilità in più per trasmettere il nostro interesse.
Portfolio (per alcune professioni): Se sei un designer per esempio, avere un portfolio che raccoglie le tue creazioni è un must da presentare in fase di candidatura per raccontarti attraverso i progetti a cui hai dato vita.
Questo è il trio delle meraviglie. Se curi questi elementi sei già a buon punto.
Mai sentito parlare di Soft Skills?
Una volta che riusciamo ad accaparrarci un posto in prima fila al colloquio tanto ambito dobbiamo sfoderare tutte le nostre migliori capacità comunicative.
Saper rispondere e saper chiedere le giuste cose è un’attività che richiede preparazione e studio:
Visita il sito aziendale e i vari social: devi conoscere la storia, i valori, la missione dell’azienda per cui stai facendo il colloquio.
Allena la tua presentazione: cerca di ripetere davanti allo specchio o con un amico la tua presentazione. Sapersi esprimere in modo chiaro e preciso non lascerà dubbi al recruiter. E ricorda sempre che la migliore “tecnica” è essere autentici, solo se sarai te stesso verrai veramente apprezzato per chi sei.
Informati sulle domande che potrebbero porti: cerca di essere preparato ad ogni tipo di domanda, soprattutto a quelle scomode! Eccoti alcune domande tipiche secondo Harvard Busines Review
Per affrontare questa fase, ci serve sviluppare le “soft skills” ovvero quelle competenze che si apprendono nel corso della vita attraverso i rapporti umani e sociali. Questo articolo di Forbes ce ne suggerisce alcune:
comunicazione
creatività
adattabilità
Intelligenza emotiva
Eppure non è mai abbastanza…
Da un sondaggio del Pew Research Center è emerso che circa la metà degli adulti statunitensi in cerca di lavoro sono pessimisti riguardo alle proprie prospettive occupazionali future.
Il 53% afferma di aver avuto la sensazione di aver perso un pezzo della propria identità durante il processo di ricerca di lavoro. Il 56% afferma di aver sperimentato maggiori problemi di salute emotiva o mentale, come ansia o depressione, a causa della disoccupazione. Un altro 41% afferma di aver avuto più conflitti o discussioni del solito con familiari e amici.
Come vi dicevo all’inizio dell’articolo a volte risulta più difficile trovare lavoro. Io ho seguito tutti i consigli che vi ho scritto qui sopra, eppure 4 i mesi di ricerca di un nuovo lavoro, 500 i cv inviati, 10 processi di selezione, 499 feedback negativi.
E questo non è successo né perché io non ho valore e nemmeno perché non mi stavo impegnando abbastanza.
Cara persona che leggi, il tuo valore è unico e speciale proprio come quello di tutti, come quello dei recruiter e come quello delle aziende.
Trovare il match perfetto è difficile e più è alto il tuo valore e più difficile sarà trovare il posto giusto.
Ricorda che l’azienda per cui ti candidi ha molti fattori da considerare.
Un'organizzazione deve assicurarsi che tu sia esattamente quello che cercano. Non è facile nemmeno per loro!
Cerca di non prenderla sul personale se non sei la persona giusta.
Ti diranno che non vai bene per il ruolo ma questa -ti renderai conto dopo- sarà una benedizione perché ti permetterà di esplorare ancora di più, di conoscerti e di conoscere ancora di più, di capire al volo quando in un colloquio trovi l’alchimia perfetta. Quando ti trovi di fronte alle persone con cui amerai lavorare e non sarà solo un lavoro ottenuto per fortuna e nel quale scalderai la sedia.
La frustrazione di non essere accettati pesa ma ricorda che pesa molto di più la frustrazione di dover andare ogni giorno ad un lavoro che non ti rappresenta.
Cosa fare nel frattempo?
Restare senza lavoro o essere alla ricerca di un cambio di lavoro può durare anche diversi mesi. Questo periodo va apprezzato e valorizzato. Questo tempo non tornerà mai più indietro.
Piangersi addosso e lamentarsi è gratis e lo puoi fare h24 ma ti farà solo sentire peggio, credimi!
Il sasso. La persona distratta vi è inciampata. Quella violenta, l’ha usato come arma. L’imprenditore l’ha usato per costruire. Il contadino stanco invece come sedia. Per i bambini è un giocattolo. Davide uccide Golia e Michelangelo ne fece la più bella scultura.
In ogni caso, la differenza non l’ha fatta il sasso, ma l’uomo.
Non esiste sasso nel tuo cammino che tu non possa sfruttare per la tua propria crescita. (Anonimo)
Ecco cosa puoi fare invece:
Chiedi Feedback: contatta nuovamente le aziende e chiedi (o almeno provaci) un feedback strutturato per capire cosa devi migliorare e lavora su questo.
Pratica un dialogo interiore positivo: analizza con lucidità quello che avviene per trarne forza nei colloqui successivi
Valuta un cambio di carriera: chiediti cosa veramente vorresti fare. In cosa sei bravo? Cosa vorresti imparare? Forse può essere il momento giusto per iscriverti ad un corso o dare un nuovo taglio al tuo percorso.
Dedicati ai tuoi Hobby: Lo so che hai bisogno di tornare in pista ma questo accadrà presto e allora non avrai più tempo per fare tutto ciò che ti piace.
Cura i tuoi affetti: incontra gli amici che non vedi da anni, stai con le persone care, fai quella chiamata che hai sempre rimandato. Ricevere amore e comprensione in questo momento è più importante che mai. Racconta che stai cercando lavoro e magari qualcuno ti suggerirà delle opportunità. Il network è fondamentale.
Ma soprattutto cura la tua persona: fai quelle visite che dici sempre che farai quando hai tempo. Vai dallo psicologo. Fai skincare. Ama te stesso e scopri quanto puoi curarti anche senza un lavoro o con meno budget.
Non siamo soli. E’ successo a me e succede a tutti prima o poi.
Ora quel lavoro è arrivato e puoi scoprire su LinkedIn cosa faccio adesso.
Questi consigli vengono dalla mia esperienza personale ma ricorda che ci sono anche tanti altri coach qualificati che ti possono aiutare se non riesci ad affrontare questo momento da solo/a. Sarei lieta di orientarti se ne avessi bisogno. ☺️

GUEST POST: COME SI COSTRUISCE UN PODCAST?
A cura di Futuro - Il Podcast delle Carriere
Chi siete?
Siamo Giuseppe e Giovanni due giovani professionisti con background diversi (economico e chimico/ricerca) con la passione per la comunicazione e l'orientamento. Giuseppe lavora nel mondo delle startup e l'innovazione, mentre Giovanni, vive e lavora negli USA dove insegue il suo sogno di diventare professore di chimica nelle IVY league
Come nasce FUTURO? Chi sono i protagonisti?
Dopo aver finito il percorso accademico, tra Milano, Bangalore e Parigi la scelta della carriera per Giuseppe iniziava ad avvicinarsi, e non con pochi dubbi ed ansia. Perso, Giuseppe aveva cercato online delle risorse per aiutarlo a prendere questa fatidica scelta e a rispondere alla domanda "Cosa vuoi dare da grande?".
Non trovando una risposta concreta al suo bisogno, da bravo startupper Giuseppe aveva iniziato a pensare a degli strumenti attraverso i quali avrebbe potuto cambiare questa dinamica alleggerendo questo peso dalle spalle dei più giovani. Dopo vari mesi di ricerca, Giuseppe pensa all'idea di un podcast sulle carriere. Così nasce il FUTURO - il podcast delle carriere. Come tutti i progetti però, essere da soli non è mai una buona scelta, per questo Giuseppe decide di coinvolgere Giovanni, in quanto grande fan di podcast e molto vicino al mondo universitario, essendo in quel momento dottorando in chimica. Approfittando delle vacanze natalizie, i due hanno dedicato diversi giorni al brainstorming per il nome, il logo ecc. In meno di due settimane hanno poi registrato la prima puntata
Come si fa un podcast: quali sono le tappe?
Abbiamo pensato ad 8 tappe principali,
Ideazione - di cosa volete parlare, chi sono gli ospiti, qual'è il vostro format
Identificare quali sono gli obiettivi e il pubblico a cui si vuole parlare
Scegliere il metodo comunicativo e la durata come conseguenza del pubblico di riferimento
Esaminare gli strumenti che servono - piattaforma di registrazione, microfono, telecamera ecc
Valutare il tempo che bisogna dedicarsi - come ogni progetto c'è bisogno di dedicarci il giusto tempo e di assicurarsi che si possa mantenere una costanza nel tempo
Progettare almeno 3 mesi di lavoro in anticipo (puntate, format, reels ecc.) - essendo il podcast un progetto che richiede molta costanza, è importante progettare in largo anticipo e registrare quante più puntate possibili quando si ha la disponibilità
Scegliere il team giusto
Partire con la prima intervista - progettare e programmare è molto importante, ma non vi renderete mai conto di quello che dovete migliorare finchè non iniziate a registrare, il nostro consiglio è iniziare il prima possibile e successivamente raddrizzare il tiro, altrimenti rischierete di rimanere bloccati.
Aspetti a cui fare attenzione?
Quando si vuole comunicare qualcosa è importante sapere cosa si vuole comunicare. Avere degli obiettivi e non andare fuori dal selciato. Sembra facile ma non lo è assolutamente, è molto comune parlare di altro e perdere la concentrazione. Soprattutto le prime puntate ci siamo resi conto che siamo usciti diverse volte dal nostro obiettivo che è quello di parlare di "carriere", quindi capire da un punto di vista oggettivo, come si arriva a ricoprire un determinato ruolo, quali sono gli step da seguire ecc..
In quali errori cadono in tanti?
Seguire la massa. Se si guarda il mondo dei podcast che hanno più "traction" spesso intervistano sempre gli stessi ospiti famosi che gli permettono di avere molte visualizzazioni senza però trasmettere un messaggio di valore. Per questo da FUTURO abbiamo deciso di intervistare persone normali, dei fratelli e sorelle maggiori che possono offrire consigli validi. Siamo consapevoli che questa scelta non ci porterà ad avere dei gran numeri, ma il nostro obiettivo è puntare sulla qualità e sulla veicolazione di un messaggio
Cosa rende un podcast vincente? Un podcast di successo si basa su diversi elementi chiave. Prima di tutto, la qualità del contenuto è fondamentale: deve essere interessante, ben strutturato e rilevante per il pubblico target. La coerenza nella pubblicazione degli episodi è altrettanto cruciale, poiché aiuta a mantenere l'interesse e la fedeltà degli ascoltatori. L'interazione con il pubblico, attraverso i social media e altri canali, può aumentare l'engagement e creare una comunità attiva intorno al podcast. La promozione efficace, sfruttando SEO, collaborazioni e cross-promozioni, aiuta a raggiungere un pubblico più ampio. Infine, l'ascolto e l'adattamento ai feedback degli ascoltatori consentono di migliorare continuamente il podcast, mantenendolo fresco e rilevante
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I consigli di Eugenio
Orientatore e fondatore del sito dedicato all’orientamento Azimeta. Trovi Eugenio su IG come @boccadior
Giornate del lavoro Europee: dedicate a chi cerca lavoro in aree specifiche. Le prossime sono dedicate a Danimarca e Wesfalia in Germania.
Speciale Trentino