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Oggi FARO diventa una guida per l’orientamento verso i Green Jobs, lavori in fortissima crescita e che impattano diverse funzioni aziendali. Una newsletter utilissima da salvare. Lascio subito a lei la parola. Per qualsiasi altro suggerimento, scrivimi pure.
Fabiana
Sempre più spesso leggo che si perderanno molti posti di lavoro a causa dell’intelligenza artificiale.
Mi piace pensare alle crisi come opportunità, lo trovo un ottimo antidoto all’ansia e mi aiuta a tenere viva dentro di me la speranza. In questo caso voglio immaginare un futuro che sembra meno nero e più.. verde.
Il Future of Jobs Report 2025 del WEF inserisce i green jobs ovvero “quelle occupazioni che - secondo la definizione l’Unep, l’agenzia dell’Onu che si occupa della tutela ambientale - nei settori dell’agricoltura, del manifatturiero, nell'ambito della ricerca e sviluppo, dell'amministrazione e dei servizi che contribuiscono in maniera incisiva a preservare o restaurare la qualità ambientale” tra le professioni emergenti più promettenti.
Le aziende cercano e cercheranno sempre più spesso esperti per far fronte a quelle che vengono considerate le principali minacce da affrontare nel futuro:
gli eventi meteorologici estremi
la perdita di biodiversità
il collasso degli ecosistemi
le trasformazioni critiche nei sistemi terrestri
la scarsità di risorse naturali.
La sostenibilità non è una moda, come spesso si sente dire, ma è una scelta strategica e un impegno per il futuro. Le aziende che abbracciano questa visione con autenticità non solo rispettano l’ambiente, ma costruiscono una reputazione solida, attraggono talenti e si distinguono nel mercato. Essere green è un'opportunità da cogliere per essere competitivi dentro un mercato del lavoro in cambiamento.
In tutti i settori produttivi sono nati (ed è prevedibile che nasceranno) nuovi profili che sempre più richiesti.
Settore Edilizia, Architettura ed Ingegneria
I più importanti programmi di sviluppo europei e internazionali spingono a ricorrere all’uso di energia pulita e di tecnologie all’avanguardia per ridurre le emissioni di gas climalteranti. Nel Future of Jobs Report si legge che entro il 2030 saranno creati 5 milioni di nuovi posti di lavoro netti e di questi 3 milioni saranno relativi alla mitigazione dei cambiamenti climatici e 1 milione riguarderà invece la generazione, lo stoccaggio e la distribuzione dell'energia.
Secondo la Relazione sullo stato della Green Economy del 2023 della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile “la decarbonizzazione accelerata della nostra economia è molto impegnativa, ma economicamente fattibile, con benefici superiori ai costi”.
Sono molte le nuove figure professionali in grado di contribuire alla transizione energetica e allo sviluppo energetico sostenibile.
Ingegnere delle energie rinnovabili: Questo professionista si occupa di ricercare, progettare, sviluppare e ottimizzare sistemi che producono energia da fonti rinnovabili come solare, eolico, idroelettrico, biomasse e geotermico, con l’obiettivo di massimizzare l’efficienza, ridurre i costi e minimizzare l’impatto ambientale. In Italia, le facoltà che offrono corsi specifici in Ingegneria delle energie rinnovabili o percorsi fortemente orientati alle energie sostenibili sono diverse e distribuite su tutto il territorio nazionale.
HSE Manager (Health, Safety & Environment Manager): è una figura professionale chiave che coordina, consiglia e supporta l’azienda nella tutela della salute dei lavoratori, della sicurezza sul lavoro e della protezione ambientale. Si occupa di garantire la conformità alle normative vigenti (come il D.Lgs. 81/08), gestire i rischi, monitorare dati ambientali (scarichi, rifiuti, emissioni), aggiornare procedure e promuovere una cultura aziendale orientata alla sicurezza e alla sostenibilità.
Energy Manager: è una figura specializzata nella gestione e nella manutenzione efficiente e sostenibile degli impianti e delle infrastrutture. Ha competenze tecniche per redigere la valutazione dell’impatto ambientale degli edifici e relative alla progettazione consapevole di edifici a bassissimo impatto energetico.
Settore Agricoltura, Produzione Alimentare e Ambiente
La necessità di affrontare i cambiamenti climatici, preservare la biodiversità e garantire la sicurezza alimentare in modo responsabile coinvolge molte figure legate al mondo dell'agricoltura, della produzione alimentare e dell’ambiente. Molte di queste non sono necessariamente professioni nuove, ma sono ruoli tradizionali (come l'agronomo o l'agricoltore) che hanno acquisito nuove specializzazioni e un orientamento marcato verso i principi ecologici e di sostenibilità.
Protettori o coltivatori della biodiversità: come la nature-tech company 3bee che utilizzando gli impollinatori come bioindicatori, raccoglie e interpreta dati tramite sistemi proprietari innovativi con l’ obiettivo di mappare e censire la biodiversità in tutta Europa e creare zone di riparo per le specie viventi. L’azienda è composta da 50 esperti della biodiversità, un team multidisciplinare di scienziati, ingegneri, data scientist e professionisti del settore che lavorano insieme per sviluppare soluzioni innovative al servizio dell'ambiente.
Agronomo green: si intende un Dottore Agronomo o Dottore Forestale altamente specializzato e orientato alla sostenibilità ambientale, sociale ed economica nell'ambito agricolo, forestale e rurale. Può essere esperto in sistemi di produzione alimentare sostenibili, agricoltura di precisione e agricoltura sostenibile: sviluppa pratiche agricole che preservano le risorse naturali, salvaguardando la biodiversità.e la salute del suolo.
Esperto di Agricoltura Biodinamica utilizza il metodo agricolo che si basa sulle teorie di Rudolf Steiner, fondatore dell'antroposofia. Questo approccio considera l'azienda agricola come un organismo vivente, dove il terreno, le piante, gli animali e l'uomo sono interconnessi e collaborano per il benessere di tutti.
Settore Servizi e Consulenza
Tra le aziende italiane che hanno avviato progetti di sostenibilità, nel 2023, il 45% si affida prevalentemente a consulenti esterni, mentre il 35% ha già istituito internamente la figura del sustainability manager e il restante 20% utilizza un modello misto (team interno con supporto esterno). L’outsourcing è visto come la soluzione più rapida per colmare il gap formativo interno e districarsi nella complessità normativa, che sono i principali ostacoli al reclutamento . La dipendenza da studi e società di consulenza sale al 60% nelle PMI, più sensibili ai costi di un organico dedicato); solo le grandi imprese tendono invece a internalizzare competenze ESG. Cresce anche la domanda di “carbon manager” (+22 % di annunci di lavoro), “climate risk analyst” e “ESG data specialist”.
Consulente ESG: supporta le aziende nella gestione del rischio ambientale, nella pianificazione sostenibile e nell’inclusione sociale, lavorando a stretto contatto con il management.
Chief Sustainability Officer (CSO): figura strategica che sviluppa e implementa politiche ESG (ambientali, sociali e di governance) per fare della sostenibilità un vantaggio competitivo.
Sustainability Manager: sviluppa e guida strategie aziendali per ridurre l’impatto ambientale e promuovere iniziative eco-friendly, basandosi su framework e normative ESG di riferimento: il Regolamento UE 2020/852 (Tassonomia delle attività eco-sostenibili), la Direttiva CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive 2022/2464) e gli standard EFRAG, affiancati ai criteri SFDR per il settore finanziario e alle linee guida GRI per il bilancio di sostenibilità.
Settore Marketing e Comunicazione
I consumatori, in particolare quelli della Generazione Z - nata tra il 1997 e il 2012 - sono più attenti alle questioni ambientali: oltre l’80% dei nati in questo periodo preferisce acquistare da marchi ritenuti sostenibili. Questo rende imprescindibile per le aziende non solo adottare pratiche green concrete, ma rendere trasparenti e credibili le loro scelte sostenibili, trasformando numeri e normative in narrazioni autentiche capaci di generare fiducia e valore condiviso con cui raccontare i propri obiettivi ESG. Esistono diversi professionisti che attraverso storytelling digitale, social media, report interattivi e certificazioni riconosciute (Ecolabel, B Corp) contribuiscono al successo delle aziende verdi:
Consulente in branding e comunicazione etica: sviluppa strategie di marketing che valorizzano la sostenibilità e l’etica aziendale.
La prima che mi viene in mente è Silvia Moroni di Parla Sostenibile, una green content creator ed esperta di sostenibilità.
Specialista in social media marketing green: utilizza piattaforme digitali (Facebook Ads, Instagram Ads, TikTok) per promuovere prodotti e servizi sostenibili come le agenzie di comunicazione specializzate in servizi a 360° per imprese che vogliono commercializzare prodotti sostenibili, comunicare progressi in ambito etico o ambientale, ridurre il proprio impatto come Green Media Lab e Green Marketing. al cui interno è possibile anche trovare esperti SEO e SEM con focus su green economy che ottimizzano la visibilità online di aziende e prodotti sostenibili.
Manager di E-commerce green: è colui che gestisce piattaforme di vendita online con attenzione a prodotti sostenibili e pratiche responsabili, come ad esempio EcoFashion piattaforma on line dove trovare marchi di moda e negozi che vendono moda sostenibile, etica, cruelty free garantita dalla supervisione della associazione Vesti la natura. E anche Gioosto.com, e-commerce con una caratteristica ben precisa: promuove prodotti che rispettano i lavoratori, il Pianeta e le comunità locali.
Settore Risorse Umane (HR)
Abbiamo visto che la sostenibilità non è più un semplice valore etico, ma un fattore competitivo cruciale per molte aziende che sta ridefinendo il modo in cui le imprese operano. Le tematiche ESG sono ormai centrali in diversi settori e la loro integrazione nel core business delle aziende ha portato alla nascita di nuove figure professionali, che risultano per le aziende.
Queste figure devono essere attratte e formate, laddove esistano dei gap formativi, da chi si occupa di risorse umane.
Talent acquisition specialist con focus green: seleziona e recluta profili professionali con green skills.
Responsabile formazione green: sviluppa programmi formativi su tematiche ambientali rilevanti per il settore per accrescere le competenze ambientali e sociali dei dipendenti. Parte dall’ analisi dei bisogni formativi dell'azienda in ambito sostenibilità per sviluppare e/o reperire materiali didattici aggiornati e basati su evidenze scientifiche, anche inerenti le normative rilevanti per il settore in cui opera l’azienda.
Settore Industria e Tecnologia
Sembra ipotizzabile una crescita del settore ICT a cui seguiranno un aumento del fabbisogno di professionisti green e molte assunzioni in ruoli legati alla sostenibilità (green software engineer, cloud sustainability architect, data center energy manager). A volte non si considera che le aziende tech sono impattanti dal punto di vista ambientale: i data center, responsabili di circa l’1 % delle emissioni globali di CO₂, consumano ogni anno oltre 200 TWh di energia, mentre il flusso di e-waste supera 50 milioni di tonnellate annue. Per questo, molte imprese del settore investono in innovazioni come cooling a liquido, fonti rinnovabili on-site e software per l’ottimizzazione dei consumi energetici, integrando obiettivi di neutralità carbonica (net zero) entro il 2030 nei propri piani ESG.
Specialista in veicoli autonomi ed elettrici: questa è una figura emergente trainata dalla transizione verso mobilità a basse emissioni. Non esiste un unico corso di laurea "perfetto", ma piuttosto diversi percorsi che possono portare a questa specializzazione, spesso completati da studi magistrali o master specifici. Un futuro specialista in questo campo solitamente inizia con una solida base in una delle branche principali dell'ingegneria (elettrica, elettronica, informatica, meccanica, automazione) e poi si specializza acquisendo competenze trasversali nelle altre aree, con un forte focus su software, AI, sensori, controllo e sistemi elettrici di potenza.
Process Engineer e Sustainability Manager: monitorano e ottimizzano i processi produttivi per ridurre l’impatto ambientale della produzione, gli sprechi e i consumi energetici, come parti interconnesse dell'efficienza operativa generale.
Settore Moda, Artigianato e Design
Il settore della moda è notoriamente insostenibile; uno dei principali problemi è l'uso intensivo di materie prime e sostanze chimiche, che spesso comportano l'inquinamento delle acque e del suolo, in particolare per la produzione di capi derivati da fibre sintetiche. Inoltre, il consumo di acqua per la produzione di tessuti come il cotone è estremamente elevato, contribuendo alla scarsità idrica in molte regioni del mondo. Sono molti i marchi che stanno adottando pratiche più sostenibili per ridurre il loro impatto ambientale: tra i pionieri ci sono Patagonia e Stella McCartney. Ecco alcune fonti ispirazioni:
Brand on demand: come Blowhammer, un collettivo di designer e artisti appassionati di streetwear, che produce solo quando un capo viene acquistato (modello “just in time”) in modo da non avere magazzino e da non generare scarti, minimizzare gli invenduti, riducendo sprechi e sovrapproduzione. Inoltre tutti i capi Blowhammer sono realizzati in Italia, per essere sicuri di non delocalizzare la produzione in paesi dove non sono garantite regole per il rispetto delle condizioni dei lavoratori.
Stilisti e produttori che usano materiali sostenibili: come Miomojo, un brand italiano, che è sia una Società Benefit che una B Corp certificata, impegnato a cambiare le regole del gioco della moda creando “le borse del futuro, progettate con consapevolezza per chi vive il presente con stile e responsabilità”. Le loro borse e i loro accessori sono realizzati con materiali straordinariamente innovativi, cruelty-free e 100% vegan.
Un altro designer che ha fondato un’azienda sostenibile è Dong Seon di ID.eight che realizza scarpe in Italia con materiali a basso impatto ambientale provenienti da scarti dell’industria alimentare come bucce di mela e di uva, foglie di ananas, cotone e poliestere riciclati. Perfette per chi vuole far parte della sneakers re-evolution.
Start up che ricicla gli scarti della moda: Zerow è una piattaforma B2B che nasce dalla volontà di guidare un cambiamento sostenibile nell’industria della moda e ha come mission ridurre gli sprechi e promuovere l’uso responsabile delle risorse. Zerow si è specializzata nella vendita di tessuti e pellami di alta qualità, recuperati dalle giacenze di magazzino di grandi aziende e manifatture italiane del lusso.
Produttori di tessuti e filati naturali: come Maeko: azienda italiana che dal 1998 utilizza fibre naturali nel rispetto dell’ambiente per garantire benessere, economia ed eticità all’intero percorso della filiera produttiva e mette insieme la tradizione manifatturiera del settore tessile con l’innovazione.
Settore Turismo e Ristorazione
Anche il settore del turismo sta prendendo coscienza dell'importanza della sostenibilità ambientale e si trova, nonostante alcuni progressi, a dover affrontare sfide significative, tra cui il consumo eccessivo delle risorse naturali e l'impronta di carbonio elevata derivante dai viaggi aerei. In questo settore è evidente la necessità di un impegno per ridurre l'impatto ambientale e la sfida sarà creare un equilibrio tra crescita economica e conservazione ambientale.
Secondo il "Rapporto Italia 2023" di Eurispes, una delle fonti più citate per questo tipo di dati, nel 2023 circa il 2,5% della popolazione italiana si dichiara vegana, mentre un ulteriore 5,9% si identifica come vegetariana. Questo significa che, su una popolazione di circa 59 milioni di persone, ci sarebbero circa 1,5 milioni di vegani. Questo rappresenta un aumento rispetto agli anni precedenti, ad esempio nel 2016 i vegani erano stimati intorno all’1% della popolazione.
Ecco alcune delle professioni che potrebbero avere buone possibilità occupazionali in questi due ambiti:
Tour operator sostenibili: come la cooperativa Walden, che propone viaggi ambientali escursionistici a piedi in Italia e all’estero. La storia di Alessandro Vergari, il fondatore, è un esempio di cambiamento e carriera non lineare che spero possa ispirare molti. E Viaggi Solidali, un'impresa sociale che opera dal 2004 come tour operator di turismo responsabile. E che in questi anni ha accompagnato con professionalità e passione oltre ventimila viaggiatori a scoprire l’Italia e il mondo, promuovendo il “turismo dal volto umano”.
Manager di strutture turistiche eco-sostenibili: gestisce attività turistiche con attenzione all’impatto ambientale e sociale. Questo ruolo richiede una combinazione di competenze gestionali e conoscenze specifiche nel campo della sostenibilità, oltre a una forte capacità di comunicazione per promuovere una cultura aziendale responsabile. Si occuperà dell’'adozione di tecnologie verdi e strategie operative, come l'efficienza energetica, la gestione responsabile delle risorse idriche, e la riduzione dei rifiuti attraverso il riciclaggio e il compostaggio. Di educare e coinvolgere gli ospiti, sensibilizzando sull'importanza della sostenibilità e promuovendo la diffusione di informazioni sui progetti eco-sostenibili della struttura. Infine dovrà collaborare con la comunità locale: il manager lavora per integrare le operazioni della struttura con gli interessi della comunità locale, ricercando impatti sociali positivi attraverso collaborazioni con fornitori locali, supporto a iniziative comunitarie, e promozione di esperienze culturali autentiche.
Cuoco sostenibile e vegano: chef capace di prestare attenzione all’origine e alla qualità delle materie prime, selezionare marchi di qualità, produzioni biologiche e a chilometro zero e, soprattutto, di ridurre gli sprechi e riciclare al massimo. Sono moltissimi su Instagram ad essere diventati famosi e farne una lista sarebbe lunghissimo. Ecco alcuni dei miei preferiti: Carlotta Perego, forse la food influencer di cucina naturale più celebre d’Italia, il cui primo libro, Cucina botanica, ha avuto uno straordinario successo. L’attivista Gabriele Branca. La coppia formata da Jurgita Rubikaite & Filippo Ronchi di Veggie Situation che solo per aver scritto, tra le altre cose, una guida per rendere il tofu irresistibile dovrebbero avere un posto nel paradiso della sostenibilità.
Panificatore etico come quelli della Rete Semi Rurali e Panificatore Agricolo Urbano: per questi esperti esiste un legame imprescindibile tra il lavoro in campo e il mestiere artigiano, fondamentale per portare sulle tavole un pane buono, salutare e genuino, ricco di valori sociali e ambientali, di condivisione e aggregazione. Il movimento dei PAU e la RSR raccontano il pane del futuro: che ha come base farine agricole, non raffinate, e cereali della tradizione, spesso in disuso ma particolarmente digeribili e ricchi di sapore.
Questo elenco non vuole essere esaustivo ed è prevedibile che molte nuove figure legate alla sostenibilità nasceranno nei prossimi anni e che saranno le professioni più richieste nel mercato del lavoro, in linea con le esigenze di transizione ecologica, innovazione tecnologica e responsabilità sociale delle imprese.
Già oggi, come ci ricorda il report Competenze Green del Sistema Informativo Excelsior, la domanda supera spesso l’offerta. Questo sottolinea l’importanza di acquisire competenze green aggiornate e trasversali, senza dimenticare di coltivare anche le soft skills.
Se conosci altre realtà sostenibili, stai frequentando o pensi di iscriverti ad un percorso di studio in questi ambiti, mi piacerebbe conoscere la tua esperienza. Scrivila nei commenti.
Sara Martinelli
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Una edizione molto ricca e interessante. Sono un dottore agronomo è da quasi sto approfondendo e mi sto aggiornando in autonomia sui temi legati alla sostenibilità e in particolare a ESG e carbon farming. Ho cercato molto online per individuare un corso o master autorevole e soprattutto pragmatico sul tema, ma mi sembrano tutti molto teorici e addirittura "fuffosi". Hai dei suggerimenti al riguardo?