Lavorare nel fitness e benessere - FARO #53
E parliamo pure della sottile discriminazione dietro gli stage
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L’eccellenza italiana nello sport è trasversale, non solo per quanto riguarda il numero di discipline in cui gli atleti vincono e collezionano medaglie ma anche per il numero di piccole, medie e grandi imprese che lavorano in un settore che cresce in modo costante ed è caratterizzato da innovazione e ricerca.
Da Sara, una super guida tematica da salvare e conservare.
Dati e trend del settore
Il settore del fitness e del benessere è in forte espansione sia a livello globale che nazionale. Nel 2025, il mercato mondiale dei centri fitness e salute è stimato a 121,5 miliardi di dollari, con una crescita prevista fino a 202,6 miliardi di dollari entro il 2030, con un CAGR del 10,77%.
Secondo l’Osservatorio Valore Sport In Italia, il settore sportivo contribuisce all'economia italiana con circa 24,7 miliardi di euro, pari a circa il'1,4% del PIL nazionale. Il settore del fitness e benessere, che include palestre, medical spa, health center e attività fitness, contribuisce in modo significativo al valore economico complessivo del settore, con un fatturato superiore ai 10 miliardi di euro e coinvolge oltre 18 milioni di utenti, con una domanda crescente di servizi che spaziano dal fitness tradizionale al benessere olistico.
Il settore sportivo complessivamente rappresenta circa l'1,6% dell'occupazione nazionale.
L'occupazione nel settore sportivo è di circa 420.000 lavoratori, con una crescita del 2,5-2,6% degli ultimi anni dopo la pandemia.
I dati sull'occupazione nell’intera filiera sportiva: circa 87.000 occupati nelle attività sportive dirette, 215.000 in attività strettamente connesse e 110.000 in attività connesse in senso lato.
La presenza femminile nel settore è in crescita: le donne rappresentano il 45,8% degli occupati, un aumento significativo rispetto al 40,5% del 2012.
Il 31,7% degli occupati nel settore sportivo è laureato, una percentuale superiore alla media nazionale del 24,4%.
Il settore sportivo occupa una quota rilevante di giovani: il 32,3% degli occupati ha meno di 30 anni, contro il 13,6% della media del mercato del lavoro italiano.
Le nuove frontiere dell’industria del benessere
RiminiWellness è sicuramente il luogo adatto per esplorare le tendenze del settore, in veloce e continua evoluzione. I segmenti più promettenti per creare nuove imprese negli ambiti del fitness e del benessere sono quelli che integrano innovazione tecnologica, personalizzazione dell’offerta e rispondono a una domanda crescente di salute olistica. Ecco un breve elenco:
Tecnologia applicata al fitness e al benessere: lo sviluppo di app, piattaforme digitali, servizi basati su intelligenza artificiale e dispositivi indossabili (wearable) per il monitoraggio delle performance e della salute rappresenta uno dei segmenti più dinamici e redditizi. La domanda di soluzioni digitali personalizzate, che ha subito un’impennata durante la pandemia del 2020, continua a crescere, sia per l’allenamento che per il benessere mentale e il monitoraggio dei parametri vitali. Per conoscere alcune start up italiane nel settore fitness consiglio questo articolo e di dare un’occhiata a cosa sta facendo FitPrime; start up che si propone come partner delle imprese e ha come mission diffondere benefit [aziendali] reali per aiutare le persone a vivere meglio e più a lungo.
Fitness boutique e palestre in franchising: aprire una palestra in franchising o una fitness boutique specializzata permette di ridurre i rischi e beneficiare di brand già affermati. Questi format sono apprezzati per la capacità di offrire esperienze su misura, community e servizi innovativi. Come ad esempio FitActive: catena di palestre che ha come obiettivo quello di allenare la felicità. FitActive è stata fondata nel 2007 da Eduardo Montefusco, e offre un'esperienza fitness accessibile a tutti grazie ai prezzi contenuti. Ha molte sedi in Italia e anche in Spagna, Brasile e Ungheria. L'azienda si distingue per la sua politica di prezzi competitivi, la possibilità di allenarsi 24 ore su 24 e l'ampia diffusione dei centri, che permette agli iscritti di utilizzare l'abbonamento in qualsiasi club della rete.
Programmi fitness per target specifici: i programmi per senior, donne, bambini o persone con esigenze particolari (ad esempio, allenamento per la perdita di peso, forza funzionale, riabilitazione) sono in forte crescita e consentono di intercettare nicchie di mercato finora poco presidiate. A Rimini Wellness è presente l’area Health dove la longevità è un tema centrale, insieme a quello della salute e della medicina sportiva, a cui è strettamente legato.
Wellness e turismo esperienziale: l’evoluzione rispetto al concetto classico di benessere è quello di legare il turismo al wellness: resort, spa, pacchetti che integrano relax, attività fisica, alimentazione sana e benessere mentale sono sempre più richiesti. Il turismo del benessere, anche in chiave inclusiva (esperienze per famiglie, anziani, persone con disabilità), offre ampi margini di crescita. Si va ad inserire in Italia, all’interno di un business che vale oltre 2 miliardi di euro all’anno con un incremento annuo medio di circa il 9%. La regione Emilia Romagna, in particolare, ne ha fatto un driver importante di sviluppo a partire dalla costituzione del consorzio Wellness Valley, il distretto del benessere e della qualità della vita che, non a caso, ha una presidente donna, Paola Batani.
Nutrizione e prodotti salutistici: la richiesta di integratori, alimenti funzionali, kit fai-da-te per snack salutari, bevande vegetali e soluzioni per favorire il sonno è in aumento. Anche la creazione di app o servizi di consulenza nutrizionale digitale rappresenta un’opportunità interessante. Uno dei servizi che FitPrime offre è la possibilità per i dipendenti delle imprese abbonate, di supporto online di un biologo nutrizionista per migliorare le abitudini alimentari.
Benessere mentale e mindfulness: il mercato delle app di meditazione, coaching mentale, yoga e terapie alternative è in forte espansione, con modelli di business scalabili sia digitali che in presenza. E i professionisti in queste discipline sono sempre più richiesti, anche nel mondo del business, per percorsi aziendali volti all’aumento del benessere e della produttività dei dipendenti.
Opportunità formative: master e corsi di specializzazione
Il settore fitness e benessere offre ampie opportunità sia per il lavoro dipendente che per l’imprenditoria, grazie a una domanda in crescita e alla continua evoluzione dei servizi. I segmenti più promettenti sono quelli che integrano tecnologia, personalizzazione, benessere mentale e servizi multidisciplinari.
Investire in formazione avanzata, soprattutto su competenze trasversali (sanitarie, digitali, manageriali e di coaching), e integrare a queste altre competenze soft (come quelle manageriali, sociali, di auto imprenditorialità), rappresenta la chiave per distinguersi e cogliere le migliori opportunità nel mercato attuale e futuro. Ecco alcune delle figure più richieste:
Personal trainer e Health Personal Trainer
Mental coach e wellness coach
Istruttori di fitness specializzati (pilates, yoga, functional training)
Spa manager e direttori di centri benessere
Consulenti per il benessere aziendale
Operatori di turismo sportivo e wellness
Ecco alcune possibilità per formarsi con corsi di laurea, master universitari e corsi avanzati:
Master di I livello in Health Personal Trainer: percorsi di formazione con l’obiettivo di formare professionisti con conoscenze/competenze integrate di tipo sanitario e di scienze motorie che gli permettano di avere una conoscenza tecnica e linguistica indispensabile per interfacciarsi con i professionisti sanitari (medici, fisiatri, ortopedici, cardiologi, etc.) per progettare training e percorsi di allenamento preventivo, di potenziamento e riabilitativo. Questa nuova figura professionale focalizza il proprio lavoro sul percorso di salute dell’atleta, sul miglioramento continuo, sul mantenimento della salute e del benessere, sulla definizione di stile di vita sano, in linea con le nuove normative che prevedono anche la prescrizione medica dell’attività fisica.
Master in pratiche di consapevolezza e mindfulness in ambito sanitario e Master Universitario in Neuroscienze, Mindfulness e Pratiche Contemplative, giunto all’ottava edizione, erogato dall’Università di Pisa e dall’istituto buddista di Pomaia, ha come obiettivo quello di fornire competenze sulle pratiche contemplative declinate al servizio del benessere psicofisico dell’individuo.
Laurea triennale in Scienze dell'Amministrazione e dell'Organizzazione con indirizzo Scienze dell'Amministrazione nel calcio: vuole formare figure altamente specializzate, attraverso un approccio multidisciplinare che integra conoscenze giuridiche, economiche, politologiche, sociologiche e linguistiche. All’interno un corso di Psicologia dello Sport in cui si approfondiscono caratteristiche psicologiche dell’attività motoria e sportiva e specificatamente nel calcio e temi come gli stili di leadership, la comunicazione interpersonale e il rapporto con l’atleta e il gruppo.
Master in Personal Trainer e Mental Coach: unisce competenze tecniche e psicologiche per offrire servizi completi di allenamento e supporto mentale, con focus su biomeccanica, alimentazione sportiva, comunicazione e leadership.
Corsi di alta specializzazione in Club e Spa Management: per la gestione avanzata di centri sportivi, benessere, spa e beauty farm, con focus su management, promozione e standard internazionali. Questo manager è l’anello di congiunzione tra la proprietà e il centro sportivo/benessere. Un ruolo molto importante, perché deve avere a cuore i clienti e le loro esigenze per fidelizzarli, occuparsi delle risorse umane, facendo interagire tra di loro i responsabili di settore e creare un gruppo di lavoro affiatato e un clima stimolante, cooperativo e divertente. In più deve prontamente riportare tutti il raggiungimento degli obiettivi alla proprietà.
Voglio concludere con la storia di un’eccellenza italiana che spero sia di ispirazione: una storia di passione e innovazione, quella di Technogym.
Steve Jobs non è l’unico grande imprenditore (e visionario) che ha iniziato in un garage. Nerio Alessandri nel 1983, allora ventiduenne, a Cesena dà vita a Technogym, spinto dalla passione per lo sport e dal desiderio di unire tecnologia e design al mondo del fitness. L’idea prende forma proprio nel garage di casa, dove Alessandri costruisce il primo prototipo di macchina per esercizi, una Hack Squat, utilizzando materiali di recupero. Il nome stesso “Technogym” riflette la fusione tra tecnologia (“Techno”) e palestra (“Gym”). Oggi l’azienda esporta il 90% della produzione in oltre 100 paesi e fornisce macchinari a 65.000 centri sportivi nel mondo. Technogym è stata fornitore ufficiale dei centri di allenamento per gli atleti in otto edizioni consecutive dei Giochi Olimpici, da Sydney 2000 a Tokyo 2020.
Tutta la storia dell’azienda è una storia di innovazione: nel 1992 Alessandri definisce il concetto di “Wellness”, inteso come uno stile di vita basato su attività fisica regolare, alimentazione equilibrata e atteggiamento positivo, differenziandosi dal tradizionale modello americano di “fitness”, in cui spopolavano bodybuilding e culturismo. Questo approccio innovativo diventa il marchio di fabbrica dell’azienda, che aggiunge al logo lo slogan “The Wellness Company”. Nel 1996 Technogym brevetta il Wellness System, il primo software al mondo per la gestione dell’allenamento, che consente agli utenti di portare con sé i dati di training tramite una chiave elettronica, anticipando di anni l’avvento dei wearable device e delle piattaforme cloud.
L’esperienza a Rimini Wellness mi fa credere che le imprese e i singoli professionisti/studenti che sapranno integrare innovazione, servizi su misura e un approccio olistico basato sulla persona e avranno la passione e la capacità di investire nella ricerca e nello studio, proprio come il fondatore di Technogym, avranno grandi possibilità di successo nel mercato del lavoro attuale e futuro.
Sara Martinelli
⭐️In evidenza⭐️
La sottile discriminazione dietro gli stage
(Post in collaborazione con ING Italia)
Abito a Milano da 14 anni.
La città mi ha dato tantissimo, permettendomi di costruire una professione che, altrove, forse non avrei mai avuto. Sì, ne sono certa.
Nulla era scritto, ma qualcuno mi ha dato fiducia.
Poi un altro, e un altro ancora. Così sono diventata quella che sono oggi.
Ma sono anche sicura di una cosa: se al posto di un contratto (con una RAL di 27k euro nel 2011), la mia prima occasione fosse stata uno stage, avrei avuto vita breve qui.
Perché? Perché la mia famiglia non avrebbe potuto mantenermi.
E quindi, la mia vita ma anche il mio pensiero, il mio percorso, forse anche la mia identità sarebbero stati completamente diversa.
Stage: esperienza formativa o privilegio per pochi?
Come me, tanti altri.
Non vivono Milano come un’opportunità, ma come un peso.
Affitti impossibili, spese alte, e rimborsi da stage che non bastano nemmeno a coprire una stanza in periferia.
Da quando accedere alla città che offre più opportunità in Italia è diventato un lusso?
Da quando, per diventare autonomi, si deve prima chiedere aiuto ai genitori?
Gli stage sono diventati un argomento che si tratta più con rassegnazione che con vera attenzione. E invece no.
Dovremmo parlarne meglio. Perché dietro ogni stage sottopagato c’è un giovane che, molto spesso, è costretto a rinunciare al proprio futuro.
I numeri dietro l’incertezza
Il 19 giugno ho partecipato alla conferenza stampa di presentazione della ricerca ING People Insights Lab, condotta da ING Italia con YouGov (qui il comunicato https://www.ing.it/chi-e-ing/area-stampa/news/stage-sottopagati-sogni-ridotti-rimborso-spese-insufficiente.html) .
I dati sono chiari:
Quasi la metà degli stage non è retribuita.
Quando lo è, il rimborso medio è di 565 euro al mese.
In città come Milano o Roma, è semplicemente impossibile viverci.
Non sorprende che più di 1 giovane su 5 rifiuti queste opportunità per via della retribuzione assente o troppo bassa.
E qui sta il punto:
Se per lavorare bisogna permettersi mesi (o anni) di “esperienza” non pagata, non si parte tutti dallo stesso punto.
Gli stage diventano una barriera sociale. Una forma silenziosa di discriminazione.
Cosa cercano i giovani?
La ricerca lo conferma:
I giovani vogliono formazione reale, possibilità di crescita, e magari un’assunzione.
Il compenso? Resta comunque fondamentale.
È il terzo criterio più importante nella scelta di uno stage, dopo opportunità di assunzione e formazione. Secondo me, questo mero terzo posto, è anche frutto di una scarsa educazione finanziaria.
Peccato che solo il 9% degli stage superi gli 800 euro al mese.
La verità è che i giovani sono pronti a mettersi in gioco, ma non a farsi sfruttare.
Si informano prima di accettare: vogliono sapere tutto su crescita, rimborsi, cultura aziendale.
E fanno bene.
La mossa di ING Italia: un segnale concreto
In questo scenario, la decisione di ING Italia spicca.
Stage retribuiti 1.500 euro netti al mese, smart working super-flessibile, buoni pasto anche da remoto, un pacchetto di welfare solido.
Nulla che non sia impossibile nel CCNL Credito, dove lo stipendio entry level si aggira sui 2000 euro netti/mese.
Una scelta quindi più intelligente che coraggiosa. Perché investire nei giovani non è solo etico, è strategico.
E lo dice una banca, non una ONG.
Un modello da seguire
Da questa giornata mi porto a casa una certezza:
Gli stage possono ancora essere uno strumento utile, ma solo se sono giusti.
Altrimenti restano un filtro sociale che esclude proprio chi ha più da offrire.
Quella di ING Italia è una scelta virtuosa. Spero che tante altre aziende la seguano.
Il talento in Italia non manca e non dobbiamo perderlo. Serve solo metterlo nelle condizioni di emergere.
Perché il problema degli stage mal pagati non è un destino.
È una scelta.E come tutte le scelte, si può cambiare.
Scopri le posizioni aperte in ING Italia su LinkedIn:
https://www.linkedin.com/company/ing-italia/jobs/
Fabiana
Qualche link utile
✨Opportunità e risorse (sorry davvero, mi sono accorta che sono tutte o quasi lombardo centriche. Chiedo venia, anzi ti invito a segnalarmi altre attività)
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🔹La guida all’Università de Il Sole 24 ORE
🔹In tempi incerti fatevi queste domande prima di prendere una decisione di Harvard Business Review Italia
✨Eventi
7 Luglio a Milano, parlo assieme a Lorenzo Ferrari e Sabrina Grazini di come “Diventare l’azienda ideale: attrarre e trattenere talenti”. Evento in collaborazione con Coverflex.
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Cara Rosa Maria,
anche io ho cambiato lavoro a 42 anni. Capisco bene cosa senti. Vai avanti, sono felice di sapere che in qualche modo quello che ho scritto possa esserti utile.
Un grandissimo in bocca al lupo!!! E fammi sapere.
Newsletter interessante per gli argomenti trattati.
Io non sono "giovane", però voglio cambiare lavoro, capire come essere attrattiva. Ogni spunto può essere utile. Grazie