Lasciare un lavoro senza un'alternativa - FARO #47
Mollare o no? Questa è la newsletter per prendere una decisione.
Immagine generata con Adobe Firefly
La newsletter di oggi è a cura di Atena Manca, donna che ho conosciuto prima nei social (con il suo account Madonnager) e poi nel lavoro (avendola avuta in aula quando lavoravo nei Master post laurea.
Per me, Atena aveva il percorso perfetto: una laurea in Economia in un’università privata, master prestigiosi, lavori di crescente responsabilità in aziende multinazionali, figli in giovane età e una famiglia unita.
Nel mio cammino irregolare, fatto di buchi e cambi di direzione, per anni l’ho considerata una di quelle persone che ce l’avevano fatta.
Ammetto di averla anche un po’ invidiata, pur sapendo che il suo percorso era completamente diverso dal mio.
Eppure, Atena ha lasciato il lavoro da dipendente senza avere un’alternativa certa, passando dall’avere un’azienda che parlava per lei al dover costruire da zero la propria identità professionale.
Facile dire: "E che ci vuole? Con un CV del genere!".
Ma nel frattempo, il mondo continua a muoversi velocemente, hai spese fisse da sostenere, la tua seniority potrebbe essere pesante da rivendere, arrivano rivali più giovani e potresti non avere sempre la stessa voglia di emergere.
Nulla è scritto. Nulla è garantito.
Eppure, la storia di Atena ci dimostra che esiste sempre una via d’uscita da una situazione che non ci rappresenta più.
Ci insegna che anche il cambiamento può essere pianificato e che possiamo trovare appigli per non affrontare un salto nel vuoto.
Grazie, Atena.
Qualsiasi commento più che gradito.
Fabiana
Ci sono momenti in cui, pur continuando a dare il massimo, ci si accorge che il contesto in cui si lavora non è più quello giusto.
Non è una rottura improvvisa, ma un disagio che cresce lentamente, fatto di piccoli segnali che iniziano a pesare, finché diventa difficile ignorarli.
Per anni ho lavorato con passione, ricoprendo ruoli di responsabilità nel marketing e raggiungendo traguardi importanti.
Ma a un certo punto ho sentito che l’ambiente in cui operavo non rifletteva più i miei valori, né il modo in cui volevo contribuire.
Le giornate restavano intense, i risultati arrivavano, ma dentro di me cresceva il bisogno di fare chiarezza.
Alcuni eventi, anche personali, hanno reso quella voce interiore impossibile da mettere a tacere.
Così ho deciso di ascoltarla, e di fermarmi.
Prima di fare questo passo, ho valutato il possibile periodo di incertezza.
Forte delle risorse accumulate in 20 anni di carriera, ho definito un orizzonte di 9-12 mesi per esplorare nuove opportunità con la necessaria serenità.
Non si è trattato di un addio al mondo corporate, ma di una pausa consapevole.
Un momento per riallinearmi a ciò che oggi conta davvero per me.
E così ho iniziato a investire su me stessa:
Ho completato un master online su digital marketing e intelligenza artificiale.
Ho attivato collaborazioni e consulenze con aziende e agenzie su progetti di branding e comunicazione.
Ho prodotto video pills su management e leadership avviando un progetto e-commerce collegato al mio blog Madonnager.it
Ho partecipato a percorsi di docenza e formazione aziendale.
Questa fase mi ha permesso di crescere, testare nuove modalità professionali e mantenere viva la mia vocazione manageriale.
Il mio obiettivo è rientrare in un contesto aziendale dove poter portare un contributo concreto, mettendo a disposizione l’esperienza accumulata e la visione maturata nel tempo.
So bene che le posizioni senior sono poche, molto ambite e richiedono processi molto lunghi e selettivi, ma ho pazienza e mi sento ancora più consapevole e preparata di prima.
Allo stesso tempo, ora so che il mio valore può esprimersi anche in molte altre forme: attraverso progetti di consulenza strategica di marketing e branding, docenze e formazione manageriale.
E se toccasse a te? Una mini-roadmap per orientarsi nel cambiamento
Cambiare non è semplice.
Non esistono formule universali, ma ci sono domande e accorgimenti che aiutano a leggere con più chiarezza il momento che si sta vivendo.
1. Come capire se è davvero il momento giusto per cambiare?
Quando il senso di fatica diventa costante e non ci si riconosce più in ciò che si fa.
A volte è la mancanza di valorizzazione, di crescita, di equilibrio tra lavoro e vita.
Altre volte è una disconnessione di valori o un contesto che non stimola più.
Anche se non si ha ancora un’alternativa concreta, restare può diventare semplicemente impossibile.
È una condizione che ha portato molte persone, negli ultimi anni, a lasciare con consapevolezza prima ancora che con un piano definito (il fenomeno chiamato “great resignations”).
2. Come affrontare la pianificazione finanziaria?
Serve realismo: quantificare quanto si può sostenere una fase di transizione, ridisegnare le spese, valutare eventuali entrate ponte.
Se è il caso, confrontarsi con il proprio partner in modo da non mettere a rischio il benessere della propria famiglia.
Avere un orizzonte concreto aiuta a decidere meglio.
3. Chi avere vicino?
Chi ci conosce davvero, chi sa ascoltare senza giudicare.
E, se possibile, un coach o un consulente di carriera per esplorare scenari, validare ipotesi e creare insieme un piano d’azione.
4. Come affrontare l’incertezza?
Un passo alla volta.
Non occorre avere tutto chiaro: bastano piccoli gesti.
Formarsi, aprirsi a nuove idee, confrontarsi. L’incertezza non va eliminata, va attraversata.
5. Come valutare i risultati?
Non solo offerte o contratti.
Il vero progresso è tornare a sentirsi in cammino: avere nuove idee, maggiore lucidità, energia e quella voglia di fare che sembrava sopita.
6. Come usare bene questo tempo?
È un’occasione preziosa per aggiornarsi, approfondire ciò che avevamo trascurato, sperimentare.
Il tempo libero può diventare terreno fertile per nuove scelte.
7. Come restare visibili e connessi?
Nutrire il network con autenticità, anche senza avere novità da annunciare.
Condividere riflessioni, chiedere confronti, restare presenti con curiosità e generosità.
Un cambiamento che apre possibilità
Il mercato del lavoro non sempre offre, nel breve, alternative in linea con profili senior o trasversali.
Ma a volte è proprio nel tempo sospeso che nasce una nuova chiarezza.
Ogni carriera ha i suoi snodi.
Ogni persona ha il proprio ritmo.
A volte, serve solo il coraggio di fermarsi, ascoltarsi, e ripartire.
Se ti sei ritrovato/a anche solo in parte in queste riflessioni, restiamo in contatto.
Mi trovi su Instagram come @madonnager_it e sul blog www.madonnager.it, dove condivido spunti su leadership, carriera e conciliazione.
⭐️In evidenza⭐️
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Se hai studiato ingegneria, informatica, matematica, fisica o chimica e stai cercando lavoro, questo evento fa per te.
L'8 aprile dalle 9:30 alle 16:30, al Chiostro di San Pietro in Vincoli in via Eudossiana 18, c’è il Job Meeting ROMA STEM, un’intera giornata per incontrare aziende che cercano nuovi talenti.
Ci saranno più di 40 aziende, tra cui Poste Italiane, Gruppo Ferrovie dello Stato, Terna, TIM, Webuild Umana e molte altre.
L’ingresso è gratuito, ma la registrazione è obbligatoria. Iscriviti qui.
Qualche link utile
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✨Contenuti
Quando il lavoro ti spezza il cuore: riflessioni su una delusione professionale su Harvard Business Review Italia.
Stipendi reali: com’è messa l’Italia rispetto agli altri Paesi europei? su Il Sole 24 ORE (Pay wall ma articolo veramente ben fatto).
✨Eventi
2 Aprile a Taranto presso “Incontra il tuo Futuro – Job Village“: evento che ti avvicina al mondo del lavoro, creando connessioni tra scuole, aziende e istituzioni.
4 Aprile a Terni presso TIC - Terni Influencer Festival con un incontro dedicato alla ricerca del primo impiego e un panel dedicato all’Unione Europea. Qua puoi iscriverti al mio panel dal vivo su lavoro e carriera.
5 Aprile a Firenze presso LVMH You & ME Tour, sarò lì in mattinata.
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Ho provato a lasciare un lavoro prima di averne un altro nel 2018, quando mi sono trasferito in Irlanda, perché non ero contento. È stato molto stressante: non ho dormito per ben 20 notti, finché non ho trovato un altro lavoro qui, anche perché non avevo fondi sufficienti per rimanere senza lavorare.
Credo che sia un privilegio per pochi poter lasciare il lavoro, sia per un periodo prolungato sia per un breve periodo, senza avere un’altra offerta già in essere.
È un privilegio di curriculum, ovvero quando il proprio profilo è molto richiesto e ci si può permettere di prendere una pausa tra un contratto e l’altro (qui in Irlanda succede); oppure quando la propria remunerazione è nettamente superiore alla media e consente una capacità di risparmio tale da avere fondi a sufficienza per fermarsi.
O, semplicemente, si viene mantenuti.
Purtroppo, al giorno d’oggi, con il caro vita, è una scelta per pochi privilegiati.