Cosa aspettarci da partenze e ritorni
Spesso le vacanze disorientano perché espongono a situazioni nuove.
Per definizione, dall’etimologia latina vacantia, ci si riferisce alle ferie come ‘’al fatto o alla condizione di essere o di rimanere vacante’’ (Enciclopedia Treccani).
Come viviamo, finalmente, senza sveglia ed e-mail?
Tendiamo a riempire il tempo libero dedicandoci a ciò che davvero ci appassiona, da soli o coinvolgendo amici e familiari negli hobby.
Oltre al relax e al divertimento, capita anche di annoiarsi o di sfinirsi inseguendo mille interessi. Una specie di horror vacui, definita FOMO (Fear of Missing Out), che racchiude l’ansia sociale di essere esclusi da eventi stimolanti, imperdibili e gratificanti.
Secondo l’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico), tra i 36 Paesi più sviluppati al mondo i lavoratori italiani si collocano al quarto posto riposando 22 giorni all’anno con ferie retribuite e 10 giorni di festività nazionali. L’Austria è il paese con più ferie (35 giorni); il Regno Unito quello con meno - 20 giorni e 8 festività nazionali (Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, ClicLavoro).
Poche le realtà italiane che adottano il modello di ferie illimitate (come il Gruppo OneDay) come i colossi Microsoft, Salesforce, LinkedIn, Virgin, Oracle, Netflix e Goldman Sachs. In generale, le professioni con più vacanze sono: insegnanti, 36 giorni più festività natalizie e pasquali, se assunti a tempo indeterminato e con più di tre anni di anzianità; magistrati esercenti funzioni giudiziarie, 45 giorni all’anno, grazie alla sospensione dei termini processuali dall’1 al 31 agosto; radiologi, con quindici giorni in più all’anno per rischio salute.
Gli Stati Uniti, invece, sono l’unico paese dell’OCSE che non obbliga i datori di lavoro a garantire ferie pagate. Le aziende statunitensi offrono comunque tra i 10 e i 14 giorni di ferie, ma nel 2018 è emersa la difficoltà di accettazione del riposo: infatti, i lavoratori statunitensi non hanno utilizzato 768 milioni di giorni di ferie pagate. Praticamente, il 55% degli americani ha scelto di non sfruttare tutte le ferie a disposizione (studio realizzato dall’associazione di categoria del settore turistico, in collaborazione con Ipsos e Oxford Economics).
Insomma, rallentiamo proprio per allentare le pressioni ma questo potrebbe comunque metterci in crisi - soprattutto se non siamo abituati a farlo.
Anche in ferie continuiamo a essere legati all'azienda controllando le email, nonostante i molteplici benefici psicofisici (umore, sonno, salute, affettività) delle pause continuative. Eppure, lavorare a oltranza mina la motivazione perché genera un conflitto interno tra il piacere del tempo libero e il dovere della produttività (Harvard Business Review).
In pratica, a qualcuno lo Slow Living fa paura anche quando dura solo pochi giorni.
Perché abbiamo paura del vuoto, quando dovrebbe liberarci?
Generalmente crediamo che affidarci alle linee rette possa proteggerci dagli spigoli.
Eppure, ci rendiamo conto che non sempre basta ancorarsi a ‘’laurea, lavoro stabile, matrimonio e figli’’, dato che neanche per le generazioni passate sembra aver funzionato.
Ma a noi, quindi, cosa manca?
Come dire: siamo consapevoli di quanto aiutino le deviazioni, ma rifuggiamo i periodi sabbatici per senso di colpa verso una tabella di marcia introiettata da rispettare. Ci sogniamo ribelli ma finiamo per passare intere giornate in quell’ufficio che detestiamo, vivendo la pausa pranzo come unica gioia della settimana e temendo gli insuccessi (non solo lavorativi).
La malinconia da rientro è comune. Se abbiamo messo un po’ troppa polvere sotto al tappeto durante l’anno, però, dopo le vacanze potremmo essere più vulnerabili.
Ma prova a pensare questo: la tua persona è molto di più della routine che per un po’ si scombina.
Poi non è detto che per riposarti tu debba per forza abbandonare qualsiasi attività.
Pensa che le ferie ti aiutano a togliere quelle sovrastrutture non volute da orari, impegni, riunioni spesso decise da altri.
Questo ti consente di concentrarti su quello che più ti aggrada al momento.
Va bene tutto, purché vada bene a te.
Come affrontare il ritorno
Sappiamo che la giusta dose di riposo rende più costruttiva la produttività. In pratica, raggiungiamo lo zenit nel cosiddetto ozio creativo (Domenico de Masi, 1995), quando distendiamo i confini tra lavoro, studio e gioco. Tendere a questa condizione ideale potrebbe aiutarci ad affrontare il ritorno: senza accorgercene, se ci divertiamo ci ingegniamo e ci appassioniamo.
Un modo per non sfuggire ai famosi buoni propositi dell’anno nuovo - che ci chiedono il conto con la mora l’anno successivo - potrebbe essere pianificare meglio gli obiettivi dividendoli in attività modulari quotidiane.
Ma se non ora, quando?
Ecco perché in questo periodo FARO vuol fare luce sulla dissonanza cognitiva con degli spunti per approfondire perché ci sentiamo così.
Susan David parla dell’emotività granulare come la capacità di identificare e classificare le emozioni, cruciale per il benessere psico-fisico.
Emilie Wapnick ci ricorda che alcuni di noi potrebbero non avere una unica vocazione, essendo multi potenziali.
E, possibilmente, proprio grazie alle emozioni estive potremmo anche scoprirci ‘‘persone altamente sensibili’’.
Vogliamo normalizzare tutte le montagne russe di emozioni già provate o che magari proveremo soprattutto in estate.
In fondo, tra i Link utili eccone qualcuno per smistare i flussi di coscienza in modo pragmatico. Un pensiero per volta, proviamo a segmentare la montagna rinnovando la nostra identità.
Chiedi alla Zia!
Ogni mese rispondo qui a tre domande che mi sono state fatte sui social.
Scrivimi anche tu i tuoi dubbi!
🧭 Dilemmi post-laurea
Giulia: ‘’Le mie passioni sono la cucina e la fotografia, ma nessuna di questa c’entra con la laurea che ho preso in Scienze dell’Educazione. Trovo solo posizioni simili a ciò che ho studiato ma non me la sento di candidarmi perché non mi coinvolgono. Ho bisogno di un lavoro ma come posso cambiare settore anche se non ho frequentato corsi costosi?’’
La prima persona da convincere sei tu!
Puoi partire con un PORTFOLIO su ciò che sai fare già: idee, stimoli e commistioni con la tua storia di vita (vanno bene anche le foto ai piatti e agli amici). Immagina di commissionare a te stessa una sintesi di ciò che potresti offrire. Puoi farcela anche senza una scuola di cucina o di fotografia da 20mila euro l’anno. Intanto, da autodidatta ti consiglio di cercare risorse tra le figure che ti ispirano maggiormente (artisti, eventi, video).
Per immaginare la tua futura attività professionale inventala! Una ROADMAP con tempistiche trasforma un sogno in obiettivo da visualizzare.
Ascoltati con grinta:
Se fossi già un’esperta, come sarebbe la mia agenda?
Quali servizi potrei offrire?
Quali tecniche saprei raccontare? (la divulgazione sui social, in fondo, è proprio questo)
Posso scambiare due chiacchiere con qualcuno del settore?
Attivati non solo con letture e ricerche online, ma anche con mostre e film. L’arte ci rende più ricettivi agli stimoli interni ed esterni, come la natura. Se puoi dedicarti del tempo per sperimentare, lasciati sorprendere. Le semplici connessioni quotidiane liberano quel senso di urgenza quando sentiamo che non ne possiamo più. La creatività richiede coraggio e un salvagente di pazienza. Pronta per la prossima spiaggia?
🚧 Tutorial CV
Paolo: ‘’Ho molte esperienze sul CV dopo dieci anni di lavoro, ma non mi diverto. Ho sempre scelto grandi aziende prestigiose ma ora sono cambiate le mie priorità. Non tollero più una vita di solo lavoro perché vorrei diventare padre. Penso spesso a creare contenuti su ciò che ho imparato, ma capisco che inviare CV è più semplice che farcela sui social. Forse continuo ad avere una mentalità poco audace perché le comodità da dipendente mi mancherebbero?’’
Ciascun impegno richiede fatica, ma soprattutto apertura. Prima di sostituire una missione con un’altra, soprattutto se così totalizzanti, capirei dove è finito il tempo da dedicare a me stesso – perché, spesso, sembra più semplice prendersi cura degli altri e di altre faccende rispetto alle nostre crociate personali.
Chi sono diventato?
Le ferie pagate sono l’unico benefit che mi mancherebbe da libero professionista o c’è qualcos’altro che mi frena?
La fissità sembra rassicurare, in un’epoca di incertezza, ma sarebbe semplicistico un dilemma che si esaurisce tra lavoro dipendente o libera professione. Inviare CV al posto delle parole crociate (soprattutto con la funzione Candidatura spontanea di LinkedIn) pulisce la nostra coscienza perché è rapido, ma non può essere anche indolore se non capisco più con quale criterio mi candido. Se sono cambiato, è perché ho scoperto nuovi interessi: possono esserci delle aree di intersezione con quanto imparato nella prima fase della mia carriera?
Non significa sovrascrivere buttando all’aria ciò che ho fatto prima, ma cambiare modalità potrebbe aiutare a conciliare nuovi equilibri vita-lavoro, meritandosi l’agio di poter scegliere un nostro nuovo senso e significato.
Puoi ritrovarti con un nuovo lavoro anche senza aver abbellito il CV, dopo due chiacchiere incondizionate in metro con uno sconosciuto. Fatti apprezzare sinceramente per le tue competenze e per la gioia con cui trasmetti fiducia. Perché sì, purtroppo hai ragione: non tutti i tentativi sui social remunerano quanto un buono stipendio certo.
Ti pesa di più lasciare ciò che hai sempre fatto e che non ti rende felice o correre il rischio di sentirti autorealizzato? In entrambi i casi, l’attuale routine sai già che non funziona più anche se un tempo ha rappresentato per te una certezza.
🚨 Domande scomode
Letizia: ‘’Mi rendo conto che le persone carismatiche influenzano le mie scelte. Anche da piccola, mi sono sempre sentita attratta solamente dalle persone con un bel lavoro e non mi fidavo di chi non era bravo a scuola. Perché cerco amici e partner di cui andare fieri più brillanti di me? Solo di recente, grazie alla psicoterapia, ho capito che proietto sugli altri ciò che desidero per me. Sto vivendo male il fallimento di non aver superato il test di Medicina anni fa e devo accontentarmi di Giurisprudenza. Mi sento molto in ansia per il lavoro che mi aspetta tra poco.’’
Siamo portati a specchiarci negli altri quando non ci sentiamo abbastanza per noi stessi.
Le lenti della credibilità sono condizionate dall’ingombrante eredità della società patriarcale: soprattutto come donne, non siamo state incoraggiate a brillare di luce propria, perché attaccarsi a persone di potere ‘’di cui andare fieri’’ sembrava più semplice. Se consideriamo di successo le vite che tutti vorrebbero idealizzandole, lusinghiamo quelle persone perché aiutino anche noi a farcela. Un lascito culturale dannoso, esacerbato dagli stereotipi classisti. Per fortuna, nel 2023, l’informazione fuori dagli schemi arriva più facilmente – se vogliamo ascoltarla.
Per dire, chi invidiava un tempo la vita dei comunicatori precari? Il riconoscimento improvviso ha premiato i più coraggiosi, che hanno creduto in ‘’Scienze delle Merendine’’ e che osano anche senza alcun ‘’pezzo di carta’’.
Crogiolandoci tra una statistica e l’altra, finiamo per scegliere un COPIONE che qualcun altro ci ha già cucito addosso prima ancora di nascere: figli modello, possibilmente prodigio, futuri professionisti perbene.
Insomma, il prestigio sociale è quella STORTURA per cui credi di voler studiare Medicina ‘’per salvare vite’’ ma finisci per non salvare neanche la tua se lo fai per ostentare lo status.
Cosa mi spingeva, anni fa, a voler diventare medico?
Non avendo superato il test, perché non ho MOMENTANEAMENTE scelto di curare le persone come OSS o studiato Biologia per poi convalidare le materie - come molti universitari fanno?
Vale di più una casa in centro ereditata dalla famiglia di un marito ricco di ‘‘buon partito’’ o un monolocale in periferia con mutuo a tassi stellari ma sudato da sola?
Giurisprudenza, meno magnetica di Medicina e Ingegneria, continua a rappresentare un ancoraggio di stabilità per chi non crede che oltre al cortile della provincia possa esserci un futuro solido anche con lauree meno altisonanti. Un approccio conservatore è pregiudizievole alla curiosità.
Per un attimo (e anche di più), chiediti cosa ti piacerebbe fare se tutti i lavori godessero di uguale ‘’rispettabilità’’. Colpo di scena: pensa se ti piacesse fare il pane, che storia! Continueresti a temere il giudizio altrui nel mancato sciorinamento della menzione d’onore e del bacio accademico o inizieresti a pensare a te stessa?
Esistono le scuole del fare e quelle del perché: ciascuna contribuisce ai medesimi settori disciplinari ma con approcci diversi, siano essi più pratici o teoretici. Puoi tendere alla buona riuscita del pane sia da chimica ricercatrice sia da panificatrice: cosa ti appassiona, te lo sei mai chiesto?
Ok, ma vogliamo un lavoro che ci paghi bene, per questo scegliamo l’università. Nì, perché l’università ci porta a comprendere ulteriormente il mondo studiandolo, ma se il punto sono i soldi ne fa di più un panettiere bravo ed empatico rispetto a un avvocato istruito ma frustrato.
La narrazione distorta da società della performance induce a nutrire invidia sociale le persone che non si sentono ‘’brave’’ e affermate.
È per questo che cresciamo proteggendoci dai fallimenti, quando sono anche gli insuccessi a renderci più maturi e consapevoli di una sfilza di 30 e Lode. I no e il ghosting hanno la valenza pedagogica delle porte chiuse in faccia: la ribellione.
Qual è stata l’ultima volta che sono andata a prenderti ciò che ti smuove le corde dell’anima?
Prova a chiederti chi saresti se non dovessi raccontarlo a nessuno. E cura te stessa, perché sei già la luce che cerchi nel partner brillante ‘’di cui andare fiera’’.
Solo link utili!
Come ogni mese, ecco la lista dei link che ti saranno di sicuro utili 👇
🔵 Una piattaforma di nomadi digitali per diventare freelance grazie allo smart working
🔵 Due community per confronti internazionali sul lavoro con
mentori di multinazionali davvero esperti
🔵 Ascend, la newsletter della Harvard Business Review
🔵 Un’app FREEMIUM per riordinare appunti, pensieri e to-do-list organizzando gli elenchi visivamente
🔵 Un’app GRATIS del Center for Emotional Intelligence della Yale University che aiuta a scoprire la parola giusta per descrivere come ci sentiamo e a monitorare le tendenze di sonno, esercizio fisico e salute
🔵 Due TED talk svolta esistenza sulle emozioni e la multipotenzialità
🔵 Una specie di format anti-TED talk sui fallimenti liberatori che hanno funzionato (o forse no 👌)
🔵 Una sorta di Personal Branding Canvas ante litteram. La madeleine è quel dolce che evoca in Proust ricordi del passato. Il suo questionario può aiutarci anche sotto l’ombrellone a interrogarci per bene su chi siamo stati e su chi stiamo diventando per affrontare meglio la transizione.
Le opportunità del mese
Ho conosciuto Fincons Group, azienda italiana che si occupa di IT e System Integration con sede in tutto il mondo. Tutte le posizioni aperte sono qui.
Per Settembre ci sono corsi gratuiti aperti a chi non lavora e senza limiti di età da Epicode su Digital Marketing, Cyber Security o Excel Analisi Dati
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Hackathon per studenti o neolaureati futuri Marketers, Growth Hacker e Sales
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